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venerdì 26 aprile 2024

Teatro Manzoni presenta DONNACCE

 


Di Rosalba Lupo

Al Teatro Manzoni fino al 12 Maggio in scena una commedia brillante dal titolo “DONNACCE”. Applausi a scena aperta per questa pièce irriverente dalle battute fulminanti, ricca di suspense e umanità. Scritta dall’autore Gianni Clementi, e vedrà sul palco Fioretta Mari, Blas Roca Rey e Patrizia Pellegrino, per la regia di Luca Pizzurro. 

 

Tullia, detta Sofia Loren, e Tindara, detta Occhibeddi sono due signore di mezza età, che hanno dedicato gran parte della loro vita alla pratica della professione più antica del mondo. Convivono in un appartamento della periferia romana e la crisi ormai si fa sentire anche per loro. Il mercato è inflazionato da rampanti ragazze dell’est, procaci sudamericane e richiestissimi trans brasiliani ed è per loro arrivato il tempo di andare in pensione a partire da una meritata vacanza in una località esotica.

È tarda sera. Tullia e Tindara stanno mettendo le ultime cose in valigia in attesa del taxi per l’aeroporto, quando sul balconcino dell’appartamento piomba un uomo, seminudo e decisamente su di giri, che si è calato dall’appartamento sovrastante. Il misterioso personaggio promette alle due donne una grossa cifra di danaro in cambio del loro aiuto. Da lì tutto cambierà in modo inaspettato e definitivo. Assolutamente da non perdere con un risvolto drammatico poliziesco, chi tanto vuole nulla ottiene. Bravissimi!

 


Il testo di Gianni Clementi – spiega il regista Luca Pizzurro - offre a chi lavora sulle emozioni, come me, la possibilità di scandagliare l’animo umano in tutte le sue contraddizioni. I personaggi – continua - appartengono a due mondi molto distanti, ma non per questo non convergenti. Tullia e Tindara sono creature semplici, che hanno imparato a cavarsela sempre da sole, con i pochi mezzi che la vita ha offerto loro. Eppure, o forse per questo, hanno imparato ad apprezzare anche le piccole cose. L’antagonista di questa storia è invece un uomo di cui sappiamo poco o niente, molto benestante, che indossa capi firmati, con molti scheletri nell’armadio. Nell’incontro tra questi due mondi si crea un cortocircuito, che porta i personaggi a scontrarsi, confrontarsi, fidarsi e tradirsi, come in una danza, nella quale vittime e carnefici alternano i loro ruoli. La grande comicità del testo non è mai sopra le righe. La risata scaturisce spontaneamente, senza forzature. E sembra ricordarci, ancora una volta, che non esiste comicità senza una buona dose di verità”.

 

giornaliste

 

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