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domenica 19 luglio 2020

Brigitte Bardot Un'estate italiana

di Rosalba Lupo

Tanti libri da leggere sotto l'ombrellone o semplicemente a casa, questa volta parliamo dell'icona sexy per eccellenza in questo nuovo libro dedicato a BB Brigitte Bardot, scritto da Mauro Zanon il titolo “ Brigitte Bardot Un'estate italiana” è stato presentato a Roma all'Arena Cinema Tiziano. 
Alla presentazione del libro ha partecipato lo scrittore Giampiero Mughini che ha scritto la prefazione, Andrea Minuz giornalista del foglio e naturalmente il giovanissimo autore Mauro Zanon. Una cosa è certa parlando di BB oltre alla sua bellezza è stata una donna che ha anticipato l'emancipazione femminile del '68, ha lanciato la moda che le donne in Italia volevano essere bionde come BB mi ricordo ero piccolissima e miei zii quando rimorchiavano una ragazza raccontavano che somigliava a Brigitte Bardot oppure aveva il naso alla Brigitte, oppure era francese o aveva i capelli biondi pettinati alla Bardot, insomma piccolissima in casa nella splendida Palermo sono cresciuta con il mito Bardot. Giampiero Mughini racconta un episodio di quando nell'isola di Procida aveva presentato un suo libro sulla Bardot edito dalla Mondadori dopo i vari elogi su di Lei apparve questa francesina che alludeva a certe petites phrases che trovava ripugnanti su certe usanze islamiche. 
Mauro Zanon invece parla della Bardot che giovanissima viene in Italia conosce Roger Vadim il celebre regista e qui a Cinecittà che un parrucchiere degli Studios gli tinge i capelli biondi, da qui il mito, ecco perchè il suo amore per l'Italia che le ha regalato tanti successi. Il libro parla della sua vita e di tutti i successi, delle personalità che incontra in Italia dei suoi amori, dei paparazzi che impazzivano per Lei, l'attrice che ha fatto arrossire il Papa, nel libro si racconta la breve storia d'amore con l'attore Raf Vallone, tante tantissime storie d'amore e di vita in questo libro che si farà leggere in un attimo, in una estate lunga trent'anni. 

Nel libro ci sono dei bellissimi bozzetti dell'artista Milo Manara. Finale con la proiezione del film “IL DISPREZZO” e tante bollicine.

giovedì 5 novembre 2015

Il Cinema Italiano Saluta Interlenghi


Tanti gli amici dell'attore intervenuti al Circolo Canottieri Roma per “Ciao Franco”.Tanti gli aneddoti, i ricordi, gli storici spezzoni e quella chiacchierata con Monicelli... Franco Interlenghi non era spaventato dalla morte. Lo ribadì scrollando le spalle, in quel tono scanzonato, spavaldo e dolce, durante una chiacchierata con Mario Monicelli. Un incontro avvenuto proprio davanti a una macchina da presa e restituito al pubblico ieri sera, nel corso di “Ciao Franco”, evento fortemente voluto dagli amici del celebre attore scomparso lo scorso 10 settembre e tenuto al Canottieri Roma. Ossia in quel Circolo dove Franco Interlenghi giocava a tennis e sfidava amici e colleghi, scherzava con loro. Per l'appunto in quel tono scanzonato, spavaldo e dolce. 
Sono stati oltre 200 gli ospiti intervenuti a “Ciao Franco”, appuntamento combaciato con il giorno in cui Interlenghi avrebbe compiuto 84 anni. «Un padre stupendo, di una bontà unica», le parole della figlia Antonellina consegnate al taccuino di un giornalista a pochi istanti dell'inizio della serata. «Vi amava molto», ha confermato Michele Placido rivolgendosi ad Antonella Lualdi, la moglie del protagonista di “Sciuscià” e “I Vitelloni”, alla stessa Antonellina e alla figlia primogenita Stella. In prima fila la famiglia Interlenghi. Insieme a Placido, accompagnato dalla consorte Federica Vincenti; e con Massimo Bonetti, Lino Patruno, Giovanni Licheri, Masolino D'Amico, Angelo Jacono, Gianni Bozzacchi. Nel corso dell'evento arrivati anche Beppe Convertini e Fanny Cadeo. Idealmente presente l'ex Sindaco di Roma Walter Veltroni, che, costretto fuori città, è intervenuto con una lettera letta dal conduttore della serata Adriano Amidei Migliano, direttore di Coming Soon Television. Quasi una risposta a quel «Mo chiamo Veltroni», che l'attore per scherzo lanciò quando iniziarono a venir meno gli ingaggi. 
A fare gli onori di casa, il Presidente del Canottieri Roma, Andrea Tinarelli. «Franco è stata una delle prime persone che abbia conosciuto in questo Circolo quando, a 16 anni, ho cominciato a frequentare la struttura – ha ricordato – Lui era amico di mio padre. Era un grande personaggio, una figura importante per il cinema italiano ma anche per questo Circolo. Ciao Franco». «Esattamente il giorno prima di apprendere la notizia della sua scomparsa – ha raccontato Placido – sono venuto a fare un giro qui. Ho pensato a tutte le partite di tennis giocate, a tutte le risate. È giusto che questa sera, proprio qui, noi pensiamo a Franco».
Bellissimi i contributi video. Oltre alla già citata chiacchierata con Monicelli, gli spezzoni dei film più celebri. Ma anche l'intervista in cui Interlenghi raccontò le sue esperienze professionali sotto la regia di Federico Fellini e Vittorio De Sica e al fianco di Brigitte Bardot. Spassosa, a proposito, la risposta che diede alla domanda «Com'è stato il tuo primo bacio con BB?»: «Tremendo. Più che baciarci ci siamo “intruppati”». Dissacrante e simpaticissimo Franco Interlenghi. Quasi a dispetto dei tanti ruoli drammatici interpretati nel corso di una carriera indimenticabile. E gli amici, in “Ciao Franco”, così hanno voluto ricordarlo.

venerdì 10 gennaio 2014

Chicche di moda di Nenella Impiglia

L’imprenditrice Nenella Impiglia esperta di moda ci svela  la Chicca: il bikini, bomba atomica della seduzione femminile.


B come bikini, simbolo di femminilità sin dal 1946, quando fu ideato e realizzato dal designer francese Louis Réard: due striminzite strisce di stoffa, peraltro già in uso nell’antichità da atlete e danzatrice greche e romane. Il designer lo chiamò come l’atollo del Pacifico, dove gli americani, dal ’46, effettuarono test nucleari. <Il mio costume avrà un effetto simile a quello di un’esplosione, ma benefica e, grazie a questo due-pezzi, le donne diventeranno bombe di seduzione>, asseriva Réard, ma anche di grande scandalo.
Louis Réard
Considerato un indumento indecente perché lasciava vedere l’ombelico,
il bikini non ebbe vita facile all’inizio: in Italia fu censurato fino alla metà degli Anni ’50 per “offesa al pubblico pudore”. Ci furono anche multe e qualche arresto. Fu solo grazie alle star del cinema che riuscì ad entrare nel guardaroba delle donne comuni. La consacrazione arrivò nel ’56 con Brigitte Bardot che lo indossò nel film "E Dio creò la donna" e sulle spiagge di St. Tropez

Da allora il mito del bikini non ha mai vacillato, è stato sempre più ridotto, reinterpretato, diventando feticcio come quello bianco indossato da Ursula Andress in 007 – Licenza di uccidere e venduto all’asta per 130 milioni di lire. E’ molto cambiato negli anni come del resto il nostro comune senso del pudore.

(Pubblicato sul settimanale Vero n. 48 – 5 dicembre 2013)