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mercoledì 13 novembre 2019

L’importanza dei dolci turchi nella vita sociale della Turchia.

di Rosalba Lupo
Conferenza stampa nel prestigioso stupendo Palazzo Lancillotto nel cuore della Roma Antica, a ridosso di Via dei Coronari si è svolto ieri pomeriggio un evento dedicato ai dolci turchi nella vita sociale.
Ambasciatore della Turchia Murat Salim Esenli
Il convegno sulla pasticceria turca è stato promosso dal Centro Culturale TurcoYunus Emre Enstitüsü. L'Ambasciatore della Turchia in Italia Murat Salim Esenli, con la direttrice del Centro Culturale Turco di Roma Sevim Aktaş danno il benvenuto. L'Ambasciatore ringrazia tutti i presenti e le massime autorità che sono intervenuti da Mustafa Hamarat (deputato della città di Ordu) e di Hüseyin Tavli (sindaco di Ünye),
Hüseyin Tavli Sindaco di Ünye
ringrazia le varie associazioni culturali, politici, giornalisti. L'Ambasciatore ha esordito con un proverbio ottomano che dice che noi in Turchia mangiamo i dolci e parliamo dolcemente, perchè i dolci nella vita quotidiana ti predispongono in un buono stato d'animo. L'Ambasciatore parla dell'importanza della funzione dei dolci nella cultura turca che ha inizio nel periodo dell'Impero Ottomano fino a oggi. In questi oltre mille anni di storia, la geografia si è mescolata, ma per la Turchia i dolci sono una cultura carica di simboli, alcuni dei dolci turchi per le sue proprietà fanno bene alla salute e anche al palato, perchè la cucina ottomana ha saputo integrare altre essenze di altre cucine.

Anche in Turchia come in Italia che per le ricorrenze natalizie c'è il panettone, da noi per le nostre ricorrenze dal ramadan, matrimoni, fidanzamenti si portano i dolci per tradizione, in particolare il Blaklava, inoltre i Giannizzeri le guardie del Sultano mangiavano Blaklava per avere energie e concentrazione. L'Ambasciatore ringrazia ancora e ci augura Buon Appetito, in un altra sala ci aspetta un ricco banchetto di prelibatezze della trazione turca: baklava, Helvasi, Güllaç, Halva, Lokum, Sütlaç, Asure, accompagnati dal “Serbet” bibita composta di frutta macerata. Usciamo dal Palazzo con la sensazione che abbiamo vissuto in un libro di Alì Babà.

lunedì 7 ottobre 2019

Korea Week grande successo con oltre 2500 presenze


di Rosalba Lupo
Si conclude con una grande festa di numeri la Korea Week: cinque giorni di full immersion negli usi e costumi della terra di Seoul, che hanno registrato in tutto oltre 2.500 presenze.
Seguitissimi i corsi di cucina, di bon ton in una tavola coreana, quelli sulla K-beauty coreana, che include ben otto passaggi di bellezza, e la sessione dei giochi i cui gettoni vinti hanno permesso l’accesso al goloso buffet di prelibatezze coreane.
Per i giochi in agenda, molto divertenti il “Jegi Chagi”, con un oggetto da colpire più volte con la caviglia, il Tuho e Yutnori, ossia cercare di infilare da lontano delle frecce (una volta era il gioco dei nobili coreani) in un contenitore di legno e ancora tirare in aria dei bastoncini di legno, al posto dei dadi: gioco tipico delle grandi festività coreane. A via Nomentana i bastoncini erano in tessuto.
E poi prove di Taekwondo, con alcune tavolette di plastica da spaccare, dietro l’occhio vigile di un esperto atleta. Dolcetti di zucchero da ritagliare, spostare le arachidi con le bacchette da un piatto all’altro e giochi di destrezza con sassolini.
Lunga la fila per partecipare agli ultimi due giorni della kermesse, che hanno offerto tutti questi divertenti giochi. La fila ha praticamente circondato per tante ore l’edificio. Segno dell’interesse crescente dei romani nei confronti della Repubblica della Corea del Sud. 
Un mondo, per gli italiani, ancora tutto da scoprire. Grande soddisfazione per il direttore dell’Istituto Culturale Coreano, Choong Suk Oh, davvero sorpreso da una simile affluenza.