di Rosalba Lupo
Antonio Martino Couture ha sfilato nella magica cornice di Villa Borghese, con oltre mille invitat, una serata caldissima ma tutti qui per assistere a questo meraviglioso Fashion Show “Ensemble Atelier 2025”, la collezione ideata fimata Antonio Martino "Black Versailles" vuole essere un'opera di moda di suggestione estetica e provocazione sensuale. Un racconto tessuto di contrasti violenti e armonie occulte, dove il potere femminile non si mostra in punta di piedi, ma entra nella scena con passo deciso, tra lame di luce, ombre profonde e sussurri di un passato che torna a bruciare nella carne viva del presente,
Antonio Martino
ha trasformato la corte del Re Sole in un teatro oscuro, pulsante, carico di
tensione erotica e ambizione crudele. Non più Versailles come simbolo di
perfezione, decoro e rituale sociale, ma come ventre oscuro del desiderio, dove
le donne - muse, amanti, cospiratrici, veggenti - prendono il controllo della
narrazione.
A ispirarlo sono state figure
magnetiche come Madame de Montespan, favorita reale tanto adorata quanto
temuta, e Catherine La Voisin, misteriosa alchimista e presunta strega al
centro dell'Affaire des Poisons. Donne pericolose perché libere. Donne che
usano la pelle come strumento, l'intelletto come lama e il corpo come potere.
In "Black Versailles", la moda diventa rito. Dieci look si sono susseguiti in passerella come apparizioni in una processione di forza e trasgressione: armature contemporanee costruite in pelle nera e rossa, intagliate come sculture e modellate su silhouette che esaltano la tensione tra struttura e sensualità. Il nero è assoluto, profondo, magnetico. Il rosso è pulsante, carnale, incendiario. L'oro non è decorazione, ma emblema di dominio: compare come elemento metallico, prezioso e intransigente, a segnare i punti di forza e di rottura. Ogni abito è stato pensato come una presenza scenica. I volumi sono drammatici e carichi di pathos, con spalle scolpite, corsetti architettonici, gonne che esplodono come corolle velenose, aperture chirurgiche che rivelano più di quanto nascondano. La superficie riflette come uno specchio distorto: non restituisce una realtà neutra, ma moltiplica il desiderio. A livello tecnico, la collezione è un compendio di savoir-faire contemporaneo: pelli trattate con finiture lucide e opache in dialogo costante, cuciture a vista come incisioni sulla pelle, dettagli metallici forgiati artigianalmente, linee che seguono e impongono al tempo stesso il movimento del corpo. Ogni elemento è studiato per evocare un passato sontuoso, ma reinterpretato con un'estetica iper-contemporanea che sfugge a qualsiasi nostalgia. Versailles, nella visione di Martino, non è ricordo, è visione.
"Black Versailles" è un atto di ribellione vestito di eleganza, una sfilata occulta che mette in scena la trasformazione della donna in icona dominante. Non più musa, ma artefice. Non più decoro, ma potenza. La femminilità che emerge da questa collezione è feroce, raffinata, consapevole. È quella di chi si è stancata di interpretare un ruolo secondario nella storia ed è pronta a scrivere il proprio nome sul trono, con lettere di sangue e fuoco.Per Antonio Martino "Black Versailles" rappresenta anche un momento di svolta. È l'epitome di un linguaggio stilistico che ha sempre messo al centro la forza identitaria dell'abito e il suo potere trasformativo. È la dichiarazione - chiara, netta, luminosa come una lama - di un marchio che non si piega, che non compiace, che esiste per affermare. Che non veste per abbellire, ma per raccontare.
"Black
Versailles" non è una collezione. È un'incursione.
È
l'irruzione del desiderio in un sistema codificato.
È
la celebrazione dell'ambiguità come spazio di libertà.
È
la rivincita di tutte quelle donne che, nella storia, hanno sussurrato parole
potenti dietro le tende. Ora quelle parole si indossano.
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